mercoledì 27 febbraio 2013

un pugno nello stomaco

il sapore della bile sale in gola
chiedendo al corpo di gettarsi via, 
per un po'

tutto intorno ha contorni grigi 
e le tue pagine più belle,
nel mare dei ricordi, 
sono in bianco e nero

non c'è nemmeno un motivo vero
per continuare nella lotta
ma dentro sai che c'è qualcosa
che non è ancora morto.

Quella voglia di spazi eterni 
e di infiniti tempi
dove poter correre senza pensare 

per domandarsi ancora nella semplicità
chi sono?
perché sono qui?
dove  voglio andare?

per non perdere la Speranza 
in un domani migliore
per poter credere ancora
nei sogni che ogni notte vivo


sabato 23 febbraio 2013

Ed è tempo di elezioni...


Scegliere un candidato, un partito, un'ideale è difficile, in modo particolare per chi come me essendo nato alla fine degli '80 non ha vissuto grandi stagioni politiche. Si, interessa poco il discorso politico e c'è sfiducia in questo sistema, abbiamo dentro la rivoluzione... ma le nostre mani e le nostre idee non sanno dove andare.
Mi sento sconfitto davanti a questo sentire, ma ho voglia di iniziare a combattere. Per i miei nonni che hanno dato il sangue per l'Italia e per tutti quegli uomini e donne che hanno dato la vita per garantirmi questo diritto. Non è scontato che abbiamo questa opportunità, stringiamoci ad essa con tutto noi stessi e proviamo in coscienza a fare la scelta migliore... non votiamo semplicemente perché ce lo ricordano i giornali. 
Votiamo perché sogniamo un'Italia bella, voto perché il mio cuore ancora spera 
e le mie mani sono ormai pronte per consumarsi nel costruire pace.

martedì 19 febbraio 2013

in carcere...

Oggi sono stato in carcere, è stato poco tempo ma porterò comunque dietro sensazioni importanti.
E' stato un pugno allo stomaco incontrarsi con dei ragazzi della mia stessa età che hanno commesso reati tali da avere sulle spalle pene lunghe, lunghissime. E' stato strano doversi confrontare con una vita così vera che non ti permette di scegliere, ma che ti sceglie e basta... perché sei figlio di, perché sei nato in questo quartiere, perché in fondo anche tu non pensi di poter fare molto di più.
E mi sono sentito forse per la prima volta davvero inadeguato alla mia vita di ragazzo fortunato. Cosa ho fatto per meritarmi tutto quello che ho? Cosa ho fatto più di loro per meritarmi la Libertà?
E' triste non trovare queste risposte, è doloroso in particolare il pensiero diabolico che mi sta trapanando il cervello in queste ore: "Io sono dove voglio stare... loro sono ancora lì. E ci saranno ancora al mio risveglio.

martedì 12 febbraio 2013

disarmarsi



"Occorre fare la guerra più dura che è quella contro se stessi, bisogna riuscire a disarmarsi. 
Ho fatto questa guerra per anni ed è stata terribile, ma adesso sono disarmato, non ho più paura di nulla, poiché l’amore caccia il timore.
Sono disarmato della volontà di aver ragione, di giustificarmi squalificando gli altri.
Non sono più in guardia, gelosamente aggrappato alle mie ricchezze. Accolgo e condivido.
Non tengo in modo particolare alle mie idee, ai miei progetti; 
se me ne vengono presentati dei migliori, o anche non migliori ma buoni, li accetto senza rimpianti.
Ho rinunciato al comparativo. Ciò che è buono, reale, vero, è sempre il meglio per me.
Ecco perché non ho più paura.
Se ci si disarma, se ci si spossessa, se ci si apre al Dio-uomo che fa nuove tutte le cose, allora lui cancella il brutto passato e ci rende un tempo nuovo nel quale tutto è possibile".
                                                                
 Atenagora  
(patriarca di Costantinopoli anni ’60)

giovedì 7 febbraio 2013

stanotte mi permetterò di sognare

Oggi vivo il tremendo disagio di chi tra poco andrà a dormire sul proprio letto, nella propria stanza, al caldo, a stomaco pieno... il disagio di chi stanotte si permetterà il lusso di sognare ancora.
Ho camminato per la mia città ed ho visto luoghi di morte, tanti... troppi. Ho visto quanto possiamo divenire bravi a perderci dietro a mille ragionamenti e pensieri mentre i miei fratelli muoiono, o almeno i più fortunati. Si perché dove sono stato c'è chi dopotutto non muore, ma ciò non è un buon motivo per dire che viva. Senza un nome, senza un affetto, lontani da tutto e da tutti, alienati da un mondo troppo ruvido per le loro anime gentili. In attesa di niente, senza sogni ne speranze.
Stanotte mi permetterò di sognare ancora, ma i miei occhi scaglieranno ancora fuori qualche lacrima in loro memoria. Per chi ora sta morendo e perché a nessuno interessa, perché ho paura che domattina mi sveglierò ed avrò dimenticato, ho paura di anestetizzare e colorare quei volti che oggi ho visto solo in bianco e nero...
Ho paura che domani tornerò ad essere io, dimenticando che la verità di me stesso è essere un noi.
Semplicemente accanto a chi soffre, come Gesù che del resto si importava davvero poco.

sabato 2 febbraio 2013

quello che c'è fuori

Fuori ci sono nuvole e inizia a piovere... è un pò che il cielo trattiene il respiro, ci sono stati giorni in cui il cielo sembrava pronto a esplodere ma niente, sempre bravo a trattenere ciò che vive... lui, il cielo.
Ho passato io giorni sereni e ora che scrivo, facendo un pò di sintesi mi rendo conto di come tutto stia acquisendo senso pieno. La mia vita e la mia storia si stanno riconciliando e dentro di me sento come tutto ciò porti pace, una pace vera, non banale. 
Eppure in questi giorni di pioggia c'è qualcosa che dentro di me grida, come una magnete che avvertendo il tempo in tumulto prova a prendere il volo per attacarvisi con tutta la sua forza. È strano vivere contemporaneamente due sentimenti così diversi, da un lato la pace dall'altro il grido disperato di volare lontano.
Lontano, ma dove? In nessun luogo sarei al sicuro dalla mia oscurità, e così mi fermo e sono di nuovo me, semplicemente. Perchè è in me che trovo ancora la speranza di guardare i tuoi occhi che ancora una volta accompagnano la tua voce sottile che lenta ricorda al mio cuore: "Seguimi"