martedì 22 ottobre 2013

quanti amori si sono affacciati da quel balcone


Aveva il colletto del giubbotto alzato e gli piaceva camminare solo come un cane. 
Era un tipo deciso Andrea, i soliti jeans e quel giubbotto, poi una sigaretta e lo sguardo che non incontrava mai gli occhi di nessuno. Camminava ed evitava gli altri, o forse erano gli altri ad evitarlo, non se lo ricordava nemmeno più. Viveva senza sogni ne speranze e rubava ed elemosinava quanto gli serviva per vivere. Aveva cominciato a pungersi tre anni fa ma non ricordava bene come. Il perché lo aveva sempre in testa, l'eroina era l'unica cosa capace di anestetizzare quel dolore che si portava dentro.
Il terzo piano in via Gramsci 41 è sempre stato l'appartamento convenzionato per l'affitto delle supplenti del vicino liceo. Andrea era un bambino quando vide da lì affacciarsi Teresa, la guardava con il sorriso e gli occhi spalancati, forse le ricordava sua madre. Poi ci fu Luisa che si affacciava solo la sera il tempo di una sigaretta, forse fu lei che gli insegnò a fumare. Più tardi Michela, e Andrea era abbastanza cresciuto da poterne sbirciare i seni. L'ultima è stata Maria, aveva i capelli rossi e guardava sempre il mare. Andrea ne era innamorato perché vedeva che i suoi occhi non guardavano gli altri con cattiveria, erano occhi dolci, occhi in cui era un privilegio perdersi. Maria era bella, ed Andrea la spiava mentre lei entrava a scuola e quando andava a fare la spesa. Gli piaceva soprattutto quando lei sceglieva la frutta, era stupido e lo sapeva, ma avrebbe tanto voluto fermare il tempo in quegli attimi. 
Era lì che la spiava anche quella sera calda e con il mare tranquillo. Fu un attimo, un istante in volo e poi un tonfo e poi grida e confusione. Perché era volata via? Andrea non sapeva trovare risposta e non aveva il coraggio di ascoltare quel dolore, ma guardava quel balcone, quanti amori si sono affacciati da quel balcone...