mercoledì 24 settembre 2014

e non hai più 20 anni

ci sono sensazioni che sono dure da mandare giù, che te le porti dietro come un raffreddore... Non è che stai male, ma hai bisogno costantemente di un fazzoletto. E' guardare il cielo e sentirsi piccolo, rivivere stendendo una camicia bagnata o passeggiando con il cane. Continua a mancarci qualcosa, cerchiamo ancora quel tanto che ci completi che ci dia una direzione, e intanto passa il tempo e le tue scelte cicatrizzano nel tuo petto le rinunce che hai fatto. Cosa avrei potuto vedere, chi avrei potuto incontrare.
E non hai più 20 anni ma nei tuoi brilla ancora il profumo dell'alba.
Avrò il coraggio di correre più veloce del sole domani?

lunedì 22 settembre 2014

inadeguata

era sempre la stessa storia, giorno dopo giorno. Ormai quasi non ci badava più, tutti passavano e le continuavano a dire sempre la stessa cosa: "ma come sei carina Anna, che sorriso".
Si, il sorriso di Anna era stupendo, di quelli che riempiono una stanza e, se non sei attento, il cuore. Ma a lei non bastava. Era stata educata così, a sorridere e a non lamentarsi. E così sorrideva, e tutti pensavano che le cose andassero bene, invece dietro quel sorriso si nascondevano occhi tremanti. 
Fa strano, ma è proprio così, a volte sono le persone apparentemente felici a sentirsi  inadeguate. 
Anna si sentiva inadeguata quando camminava per i corridoi della sua scuola, maturata prima delle altre non passava inosservata, ed era un continuo tirarsi giù la maglietta e coprirsi i seni con le braccia.
Si sentiva inadeguata quando veniva elogiata per un buon voto, lei così distratta da queste cose tanto da perdersi dietro ragionamenti senza senso.
Si sentiva inadeguata quando ascoltava suo padre e sua madre urlare, e lei così piccola e impotente a piangere tutte le lacrime sul cuscino.
Si sentiva inadeguata quando Michela le disse del bambino, la sua amica sarebbe entrata nel mondo dei grandi e a lei non rimaneva più nessuno.
Si sentiva inadeguata quando Luca le passò la mano sotto la maglietta e arrivò ai suoi seni, lei che ancora giocava con le bambole non sapeva bene che emozioni provare.
Era inadeguata, e quel senso di non essere al posto giusto era nella sua camminata, nei suoi capelli che continuava a toccarsi, nei suoi vestiti larghi, nei suoi occhi sempre veloci a cercare altro a cui aggrapparsi nei momenti più tristi. 
Solo il suo sorridere sembrava dire altro, chissà se mai avrà il coraggio di smettere.

martedì 9 settembre 2014

Ricordi

Hai presente quando sei solo per strada e ti rimangono impresse delle scene, delle immagini? Sei lì che pensi ad altro ed improvvisamente ecco che tutto di te si concentra su una nuvola, su un balcone con troppi panni stessi o magari sul colore di un auto. C'è qualcosa che dentro di te esce fuori e ti mostra emozioni che forse avevi dimenticato, come se avessi messo una parte di te in un cassetto per poi dimenticartene.
Di solito questa sensazione dura un'istante ma ti basta per farti staccare la spina e guardare il mondo con occhi semplici.
Chissà come sarebbe diversa questa sera di sopita solitudine se iniziassimo a guardare tutto con quegli occhi. Sapremmo gustare il mare ed il  suo fragore, rideremmo con il vento mentre ci scompiglia i capelli, ritorneremmo ad emozionarci quando lei ci stringe forte.

Potremmo ancora sperare nell'oggi, liberi dai tormenti di giornate strapiene di cose ma vuote di emozioni vere