In fondo non c’era nulla di speciale in quello che faceva o
diceva.
Nino era cresciuto in una famiglia normale, in una città normale, con
degli amici normali.
Era bambino e nel suo piccolo mondo si sentiva forte, era
bravo a scuola, non litigava con nessuno, non dava problemi. Pensava che questo
gli sarebbe bastato per diventare grande come suo padre che nei suoi piccoli
occhi viveva felice, senza problemi.
L’adolescenza ed il vento fra i capelli gli fecero cambiare
idea. Poteva ritenersi ancora bravo, ma di certo non era il migliore; con la famiglia
era sempre più un casino di incomprensioni, gli amici qualche volta gli
voltavano le spalle e con le ragazze era sempre un salto nel vuoto.
Nino era uno fra tanti e questo in fondo gli dava sicurezza.
Dopotutto è facile, sopravvive chi sa adattarsi, ma poi quando sei solo? E a
Nino salivano a galla le paure di sempre: chi sono?; cosa farò?; sarò in grado
di?
E troppo spesso la risposta era una solitudine assordante.
Ma poi Nino capì.
Quando quest’ansia ti prende puoi tornare dai
tuoi amici e nei tuoi posti sicuri e così anestetizzare il dolore che ti porti
addosso, oppure puoi iniziare a guardarti dentro, ad ascoltarti e così scoprire
la profondità dei sogni di cui sei fatto.
Nino scelse di provarci, non sarebbe stato più uno fra tanti
che cammina a vuoto, sarebbero stati i suoi sogni, ciò che aveva dentro, a
marcargli una strada nuova. Sarebbe stato diverso, e qualcuno di certo non lo avrebbe capito e appoggiato, ma sarebbe stato niente in confronto al desiderio di respirare finalmente a pieni polmoni.