mercoledì 30 aprile 2014

boccate d'aria ;)


non è nello stile del blog (o forse si???)
ma merita la condivisione ;)

giovedì 24 aprile 2014

5 minuti


Dormi ora... Rosa spense la luce e chiuse la porta dietro di se.
Leggera si avviò verso il divano, con un pulsante zittì la televisione e chiuse tutto fuori di se. Erano iniziati i suoi 5 minuti e voleva che nessuno la disturbasse. Il fuoco nel camino provava a non morire ed in fondo era un dolce compagno per Rosa, 40 anni con una vita che non si era scelta e che non avrebbe mai avuto il coraggio di digerire. Anche lei provava a non morire. Sveglia all'alba, prepararsi prima della sveglia di Luca, il bambino che sua sorella le aveva lasciato, poi preparare Luca, mandarlo a scuola e poi il lavoro e le corse in una città che sentiva sempre meno sua. Dall'incidente nel quale perse sua sorella e i suoi genitori la sua vita aveva preso una piega imprevedibile. Non c'era più spazio per piaceri frivoli o per sogni da progettare, c'era solo un lento rincorrersi di cose da fare senza speranza, per il solo senso del dovere. Ma quando a sera tutto si spegneva Rosa tornava a vivere, erano 5 minuti soltanto, da quando Luca andava a dormire a quando lei doveva tornare a fare tutte le faccende di casa. Il tempo di una sigaretta e di stare con il cervello spento ad ascoltarsi, questo le bastava per sentirsi viva, forse la sua vita era solo una boccata di fumo eppure, tra i contorni grigi di quei 5 minuti, dal fondo del suo cuore ancora urlavano sogni che esigevano di prendere vita.
Ma erano 5 minuti, soli

giovedì 10 aprile 2014

Era uno abituato ad inseguire i sogni

Stare solo non era mai stato un problema. Anzi, forse negli ultimi tempi aveva preso a prenderci gusto.
Federico, 27 anni, lontano da casa da quando ne aveva 19. Era andato via per studiare informatica e si è ritrovato a portare pizze a destra e a sinistra e a sviluppare nuovi metodi per incasinarsi la vita. Come quando distratto sbagliava le consegne o andava via senza prendere soldi. O come quando restò muto quando lei aprì la porta e sorridendo la richiuse.
Era uno abituato ad inseguire i sogni e questo lo ha reso debole, perché aspettando la perfezione Federico non ha avuto mai il coraggio di gioire delle piccole cose. Il raggio di sole che ti scalda al mattino mentre corri a farti la doccia, il vento che scompiglia i capelli di lei mentre ti viene incontro, le risate con gli amici, una passeggiata al mare o magari in montagna.
E la debolezza è la porta del vuoto, quel senso di vomito che ti sale dallo stomaco e che ti fa ringhiare emozioni amare quando ti scontri con qualcuno. E prima sei arrabbiato, poi tutto ti è indifferente e la vita sembra non appartenenti più.
Quando Federico avrà sputato via tutte le sue lacrime potrà forse tornare a scegliere di alzarsi. Andare e costruire