venerdì 24 ottobre 2014

un cuore a rotelle


"le chiavi, dove sono le chiavi. Dove le ho messe ieri sera"
Roberto ha già infilato il giubbotto e naturalmente è in ritardo, come al solito, con i capelli ancora bagnati, la puzza di caffé nel naso e la musica della sera prima che continua a danzargli nelle orecchie. Ecco le chiavi, finalmente in strada, ma solo il tempo che il freddo delle 7 del mattino gli trapani il cervello, "la mia borsa!", e ancora scale e di nuovo dentro, poi fuori. 
Naturalmente è ancora più in ritardo, ma il vento in faccia e i nervi tesi mentre guida la sua bici lo aiutano a risvegliarsi, e questo è un bene. 
Un mezzo sorriso da scemo gli spunta sul viso, il semaforo è rosso e lui è fermo. Sarà stata una birra di troppo ma ieri quel sorriso gli è rimasto in testa. Certo, aveva il suo numero di telefono da qualche parte. Una volta tornato a casa avrebbe aspettato un pò e poi l'avrebbe chiamata. Verde e si riparte, con ancora la noia di andare dove si sta andando. 
Roberto è un ragazzo come tanti ed ha dei sogni, ma sa che la vita che fa non gli permetterà di realizzarli, e allora tanto vale godersela e prendersi il meglio. Eppure ci sono dei momenti che non è così, come da lì a poco. Arrivato vicino all'entrata del bar dove doveva montare i suoi occhi sembrarono suggerirgli un miraggio, lasciò la bici e le corse incontro. Fuori a quel bar a chiedere l'elemosina c'era lei, la ragazza del sorriso, Roberto le si avvicinò deciso e stupito e... no, non era lei, eppure sembrava davvero lei. Il suo cuore andò a mille e iniziò a suggerire al suo corpo di fermarsi.
Aveva un'agenda piena di cose da fare, ma vuota di incontri, la sua vita era pian piano diventata così, piena di stimoli e di novità eppure vuota di persone capaci di strapparti un sorriso. 
Decise per quella mattina di fermarsi vicino a quella ragazza e di prendersi tutti i sorrisi e i gli sguardi di disprezzo che poteva, era assetato di vita vera. 
Roberto decise di ascoltare il cuore almeno per quella mattina e di lasciarlo andare via come in bici quando sei in discesa, senza troppo preoccuparsi delle conseguenze, come un cuore a rotelle.

mercoledì 15 ottobre 2014

il protagonista

forse è che sono diventato padre troppo in fretta, senza godermi ne la passione di un amore adulto, ne i nove mesi di trepidanti attese.
Lavorare in un'edicola non è poi così pesante ma tutto quel tempo libero a volte fa male, perché ti costringe a pensare. E nessuno di noi ha la coscienza così pulita da non aver problemi a restare solo. 
Ripenso al passato e inizio a chiedermi come sarei oggi se avessi avuto il coraggio di partire ed inseguirla quando andò a studiare in Germania. E mi chiedo come sarei oggi se chiudessi quest'edicola per mettermi a fare ciò che mi piace. Ma la vita ti imbriglia e quasi sempre ti imbroglia.
E ti ritrovi ad essere qualcun altro, attore di una vita che tu respiri ma non vivi appieno. 
Luigi non faceva nient'altro che questo, prendeva un giornale e giocava ad essere quel personaggio di cronaca o di gossip, l'importante è che almeno lì fosse lui il protagonista.