L'amava, l'amava più di ogni altro pensiero. I suoi capelli, le sue mani... lei. L'amava almeno quanto si odiava, un ragazzo di 20 anni come tanti, per lui come troppi, patetico. La rincorreva con lo sguardo ma non aveva il coraggio di avvicinarsi. Poi fu lei a fare la prima mossa e lui era confuso e felice. Si, era felice e tutto gli sembrava a portata di mano. Eppure dopo un pò anche questo iniziò a non bastargli, fu un attimo ma inspiegabilmente non provava più il desiderio di restare abbracciato a lei, quanto erano vuoti i suoi abbracci. Si risentì inadeguato e solo. Si scoprì debole e fragile. Lesse un passo della Bibbia: "quando sono debole allora sono forte". Si accese una lampadina, fu un attimo che dentro gli portò pace. I deboli sono i preferiti del Signore, i soli sono i preferiti, e anche lui si sentì un preferito, si sentì amato.
Pianse e si inginocchiò. Da quanto tempo non respirava a pieni polmoni? Perché da piccolo corse via lontano dal prete e dalla chiesa? Eppure ora si sentiva pieno. Troppo, da doverlo donare, e fu così che corse ad abbracciarla ancora, e questa volta la respirò finché poté.
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