lunedì 22 settembre 2014

inadeguata

era sempre la stessa storia, giorno dopo giorno. Ormai quasi non ci badava più, tutti passavano e le continuavano a dire sempre la stessa cosa: "ma come sei carina Anna, che sorriso".
Si, il sorriso di Anna era stupendo, di quelli che riempiono una stanza e, se non sei attento, il cuore. Ma a lei non bastava. Era stata educata così, a sorridere e a non lamentarsi. E così sorrideva, e tutti pensavano che le cose andassero bene, invece dietro quel sorriso si nascondevano occhi tremanti. 
Fa strano, ma è proprio così, a volte sono le persone apparentemente felici a sentirsi  inadeguate. 
Anna si sentiva inadeguata quando camminava per i corridoi della sua scuola, maturata prima delle altre non passava inosservata, ed era un continuo tirarsi giù la maglietta e coprirsi i seni con le braccia.
Si sentiva inadeguata quando veniva elogiata per un buon voto, lei così distratta da queste cose tanto da perdersi dietro ragionamenti senza senso.
Si sentiva inadeguata quando ascoltava suo padre e sua madre urlare, e lei così piccola e impotente a piangere tutte le lacrime sul cuscino.
Si sentiva inadeguata quando Michela le disse del bambino, la sua amica sarebbe entrata nel mondo dei grandi e a lei non rimaneva più nessuno.
Si sentiva inadeguata quando Luca le passò la mano sotto la maglietta e arrivò ai suoi seni, lei che ancora giocava con le bambole non sapeva bene che emozioni provare.
Era inadeguata, e quel senso di non essere al posto giusto era nella sua camminata, nei suoi capelli che continuava a toccarsi, nei suoi vestiti larghi, nei suoi occhi sempre veloci a cercare altro a cui aggrapparsi nei momenti più tristi. 
Solo il suo sorridere sembrava dire altro, chissà se mai avrà il coraggio di smettere.

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